La donna sembrava volere attirare l'attenzione del gigante, che era proprio sul punto di esplodere rilasciando tutto il suo sperma sull'uomo intrappolato nella sua mano. Luca era incuriosito. D'istinto mosse un poco il suo gigantesco piede, facendo tremare tutto attorno alla piccola figura, che ora sembrava pietrificata e pentita di avere tentato di osare tanto. Luca indugiò per qualche secondo ad osservare la differenza di dimensione fra il suo piede (comunque già grande anche fra persone di dimensioni normali, portava il 48) e l'intera figura femminile che stava in piedi a pochi cm da esso.
Ann non poteva credere a quello che stava facendo. Dopo un momento di terrore aveva capito che, forse, un Dio era venuto sulla loro terra per fare giustizia e non avrebbe perso l'occasione per potere sistemare le cose. Ma, ora che era pericolosamente vicino al titano, non poté che vergognarsi quando, al cospetto dell'immenso piede in posizione verticale, sentì un rivolo di urina calda colare sulle sue gambe. Era comunque una reazione giustificabile, l'uomo era semplicemente enorme, muscoloso, superdotato e soprattutto sembrava non temere nessuno di quei marinai. Era decisa. Era la sua occasione. Prese coraggio e, con tutta l'energia che aveva in corpo, iniziò a battere i pugni contro la pianta del piede del gigante, intento a masturbarsi con uno di quei piccoli marinai. Mentre si sforzava di esercitare sufficiente pressione per essere notata, iniziò a scaldarsi e, stranamente, ad eccitarsi e godere nel vedere quei marinai forti e maschili essere così alla mercé di un Dio. Poi, il titano si interruppe e i suoi enormi occhi iniziarono a metterla a fuoco. Fu in quel momento che, come dicevo, non poté credere di averlo fatto, di avere attirato l'attenzione di qualcosa di così enorme e spaventoso su sé stessa.
Ma Ann era certa che il gigante fosse giunto da chissà dove per mettere a posto una situazione che da troppo tempo era diventata insostenibile.
Dopo avere notato la donna, il gigante guardò l'omino fra le sue mani, ora completamente ricoperto di liquido preseminale, intento a dimenarsi fra la sua mano e il cazzo pulsante. Un po' infastidito per l'interruzione, lasciò la presa del suo membro, tenendo però l'omino nudo fra le sue dita. Il cazzo fece un paio di oscillazioni a sinistra e a destra per poi discendere verticalmente a terra, pesante, causando un sordo tremore che persino Ann aveva percepito nonostante fosse vicino ai piedi del gigante. Il glande del gigante, cascando a terra, rilasciò qualche goccia di precum e sobbalzò tre o quattro volte rilasciando una colata vischiosa tutto attorno ad essa e liberando il primo sfortunato marinaio, che poco prima era rimasto intrappolato nell'enorme prepuzio. Il gigante, poi, infilò il marinaio che aveva fra le sue dita direttamente nell'ombelico, senza neanche guardarlo. Il minuscolo uomo non ebbe nemmeno bisogno di sentirsi dire che non avrebbe dovuto muoversi da lì. Ne era certo e comunque in quel momento era troppo preso a togliersi di dosso i rivoli copiosi di caldo liquido preseminale di cui il gigante lo aveva ricoperto.
Luca era ora seduto, con il cazzo semi eretto steso per terra. Sotto alle sue palle i resti di un'imbarcazione distrutta dal loro peso. Nel suo ombelico un omino possente e muscoloso ma alto poco più di 1cm. Accanto al suo piede sinistro una donna, anch'essa poco più piccola di 1cm stava cercando di attirare la sua attenzione. Luca allungò la mano e, con un dito, fece cadere a terra la donna che, come a volersi distinguere dai marinai e sperando così in una reazione diversa da parte del gigante, si risollevò in piedi ed iniziò a togliersi velocemente i vestiti che indossava. Nuda, si inginocchiò e inizio a toccare in adorazione il piedone del gigante baciandolo e osannandolo. Un fremito percorse il piede di Luca, che d'istinto mosse un poco le sue lunghe dita del piede. Luca, divertito, apprezzò questo gesto di sottomissione, e dopo qualche minuto di adorazione decise di parlare. Può bastare, insetto. Ma ora, come pensi di potere interrompere il mio godimento e non pagare una punizione? Vieni più vicino.
La donna si alzò nuovamente in piedi, sopraffatta dall'odore e dalla grandezza del piede che aveva appena leccato e iniziò a camminare verso il gigante. Ad ogni passo si sentiva sempre più in trappola e in pericolo. Ora alla sua destra e alla sua sinistra c'erano delle enormi gambe che la sovrastavano. Poco dopo, lentamente, il gigante unì le piante dei piedi, chiudendo di fatto anche la via di fuga alle spalle della donna. Una volta raggiunto il cazzone del gigante – che ora sembrava una grossa balena color carne afflosciata su una spiaggia – la donna ebbe un sussulto. Vide, infatti, il corpo del primo marinaio, ancora coperto di liquido seminale, giacere accanto alla cappella, ora completamente richiusa nel prepuzio ma con un braccio del marinaio ancora infilato dentro. Sul volto di Luca si formò, lentamente, un sorriso beffardo, non aveva nemmeno notato l'omino. Se ne era già dimenticato, a dire il vero, e il sorriso gli era spuntato in faccia nel vedere come il suo uccello molle fosse comunque immensamente potente rispetto al corpo dell'omino. Dopo qualche secondo di silenzio, la donna fece qualcosa di inaspettato. Lanciò un grido fortissimo, che persino il gigante potè udire. Anche il secondo marinaio si sporse dell'ombelico per capire cosa stesse accadendo più in basso. Quello della donna non era un grido dolore. Era un grido di rabbia. Subito dopo, infatti, si scagliò contro il marinaio con tutta la sua furia e iniziò a percuoterlo con calci violentissimi, lasciando persino Luca un po' sorpreso. Poi, con grande slancio, la donna sferrò un cazzotto violentissimo, sul volto del marinaio che, incredibilmente, ebbe un sussulto. La donna indietreggiò di qualche passo mentre, lentamente, il marinaio iniziò a riprendere conoscenza. Il secondo marinaio, vedendo la scena dall'ombelico, non poteva crederci e non riuscì a trattenere l'emozione. Il suo compagno di viaggio era sopravvissuto! Il piccolo marinaio, riprese i sensi. Qualcosa però non andava. Aveva un braccio intrappolato dentro qualcosa che ancora non capiva cosa fosse. Poi ricordò tutti gli ultimi istanti prima di svenire e, sopraffatto da panico, iniziò a scalciare e dimenarsi per liberarsi. Ora ricordava tutto e, infatti, iniziava a capire la situazione. Piegò il collo per guardarsi attorno e tutto quello che riusciva a vedere erano una donna nuda davanti a lui, immobile, e poi metri e metri di.... uomo... tutto attorno. Gambe enormi, piedi giganteschi, un forte odore maschile e poi, certo, l'enorme membro che lo aveva quasi inghiottito e che ora riposava a terra, pesante, tenendo il suo braccio avviluppato nel prepuzio ancora leggermente umido. Luca fece una risata, la scena era realmente patetica. L'omino non riusciva nemmeno a liberarsi dal suo cazzo. Il suono fragoroso della risata di Luca risvegliò Ann dallo shock. La donna iniziò a gridare e sbracciarsi per attirare l'attenzione di Luca, ora preso ad osservare dall'alto la situazione patetica del primo marinaio. Luca la notò e, un po' annoiato, la afferrò velocemente fra le dita della mano sinistra. La donna fu sconvolta dalla velocità con cui le dita del gigante la afferrarono e altrettanto velocemente la sollevarono a decine di metri di altezza fino al volto del gigante. Ora era faccia a faccia con quel Dio emerso dalla acque. Anche a quelle dimensioni riusciva a capire quanto fosse bello quell'uomo e, sovrastata dalla sua immensità, quasi si lasciò andare ad un gemito di godimento. Era nuda, così vicina al suo volto, avrebbe quasi voluto che le labbra e la grossa lingua del gigante le aprissero le gambe per posarsi sulla sua vulva pulsante. Il gigante era intrigato. Questa donna si era spogliata al suo cospetto, lo aveva adorato e venerato come un Dio e poi si era scagliata contro l'uomo con tutta la sua violenza... voleva capirne la ragione.
Il gigante posizionò Ann sdraiata supina sul suo enorme dito medio sinistro, la nuca della donna appoggiata al polpastrello e, per bloccarla, il polpastrello del pollice sinistro appoggiato fra le sue piccole gambe. La donna, d'istinto, posizionò le sue due mani sull'unghia del pollice del gigante per tentare di meglio, mentre le gambe e la sua vagina iniziavano a fremere in quella posizione. Lo trovava molto erotico. Il gigante avvertì un sussulto umido sul pollice e, quasi inebriato alla vista di quella scena, annusò la donna in modo istintivo. I lunghi capelli castani della donna vennero dapprima risucchiati della narici del gigante e poi rilasciati, un po' scompigliati e arruffati. Il marinaio nell'ombelico pensò che forse il gigante non era gay come aveva pensato. Gay o no, pensò che forse fosse il momento buono per uscire dall'ombelico e andare a salvare il suo compagno e scappare. Terrorizzato ma deciso, il marinaio sgattaiolò fuori dall'ombelico mentre il gigante era intento con la donna. Nudo come un verme, scivolò dall'ombelico fino al punto in cui il cazzo si connette all'inguine, terminando la scivolata a gambe larghe proprio sull'attacco del cazzone gigante. Ebbe per un secondo la sensazione di essere il padrone del mondo. Pensò per un attimo a quanto anche lui avrebbe scopato qualsiasi cosa con un pisello come quello. Poi si riprese, osservò il suo cazzetto rattrappito e spaventato e, umiliato, proseguì la discesa calandosi dal pene e atterrando sulle palle gonfie e pesanti che aveva scalato poco prima. Con un'ultima discesa, facendo attenzione a non attirare l'attenzione del gigante, toccò finalmente terra. Era indeciso se scappare o tornare a prendere il suo compagno. Decise di provare a salvare il suo amico: Tieniti forte a me, ora ti tiro fuori da questo mostro e scappiamo.
Nel frattempo il gigante, rivolgendosi ad Ann, tuonò: Bene. Come hai osato interrompermi, insetto? E perché hai preso a botte l'altro insetto? Non siete forse della stessa specie?
Ann prese coraggio e gridò con tutto il fiato che aveva in gola: Perdonami, o grande e potente Dio delle acque. Ho osato interromperti perché penso tu sia giunto nel nostro mondo per liberarci e volevo guidarti verso il nemico.
Liberarvi? Liberare chi? (Io sono qui in vacanza, volevo solo rilassarmi e scopare un po', pensò Luca divertito mentre rispondeva alla donna.)
Liberarci dagli uomini, mio Signore. Dagli uomini piccoli e malvagi, non potenti e divini come te.
Spiegati meglio, piccoletta, perché al momento, l'unica cosa che voglio fare è utilizzarti per darmi piacere. Almeno fino a quando sarò stanco di te. E, dicendo questo, leccò lentamente tutte le gambe della donna e, scostando un poco il pollice, infilò la lingua grande e calda verso la vulva già umida della donna.
Sconvolta dalla mossa del gigante e frastornata dal piacere che questo le stava provocando, la donna avvinghiò le gambe attorno alla lingua del gigante, o almeno ci provò. Luca fu sorpreso, la donna era eccitata e la cosa lo stava eccitando molto a sua volta. Un fremito di piacere partì dalla lingua del gigante e velocemente si propagò fino al suo enorme e distruttivo membro, un dinosauro ancora dormiente che in quel momento, decine di metri più in basso, giaceva a terra tenendo ancora fra le sue fauci il braccio di un uomo adulto. Mentre i due uomini stavano ancora cercando di aprire il prepuzio del gigante, che teneva fra le sue spesse pieghe il braccio del marinaio, qualcosa iniziò a cambiare. Il cazzo del gigante prese lentamente vita. Il glande iniziò a gonfiarsi nuovamente. Il piccolo marinaio intrappolato lanciò un grido: Mi sta schiacciando il braccio! Mi sta prendendo! A quel punto la pelle del prepuzio, espansa dal glande che si stava gonfiando e inumidendo, iniziò a ritrarsi, portandosi via il marinaio, sollevandolo poco alla volta da terra fino a portarlo sopra al glande, ora esposto. Il secondo marinaio, pietrificato a quella vista, era ora faccia a faccia con il glande del gigante. Il pene si stava appena gonfiando ma la cappella era esposta e umida e sembrava volere cibarsi di tutti e due gli omini che aveva di fronte a sé.
Nel frattempo, il gigante stava ancora leccando la donna ed entrambi stavano godendo, quando Ann gridò: Avrai migliaia e migliaia di donne adoranti al tuo cospetto, ti venereremo!
Sono un Dio, sono più grande di qualsiasi cosa abbia mai messo piede su questa vostra terra, mi venererete comunque.
Ma nel nostro mondo gli uomini hanno creduto di essere come te, e per migliaia di anni hanno soggiogato le donne. Ci hanno portato su un'enorme montagna, al centro di un'isola, e lì ci hanno rese schiave mentre essi dominano il mondo sostituendosi a te!
A queste parole, Luca si interruppe. Migliaia di altri piccoli omini? Uomini e donne? Pronti da schiacciare e da usare come giocattoli sessuali? Lontano dal volere aiutare quella donna, l'idea di essere condotto verso questo "luna park" per giganti lo attraeva molto. Sarebbe stato divertente giocare ad essere il Dio salvatore della popolazione femminile di quell'isola, essere venerato, mentre con il suo enorme corpo virile avrebbe schiacciato la popolazione maschile impartendo una lezione e dimostrando chi fosse il vero uomo. Il pensiero gli fece diventare il cazzo durissimo in pochi istanti.
Ann continuò: gli uomini che hai preso, i marinai, erano diretti proprio su quell'isola. Uno di loro ha resto schiave me e le mie sorelle. Io sono riuscita a liberarmi e scappare!
In quel momento, Luca realizzò che il primo marinaio era ancora aggrappato al suo uccellone. Questo era ora eretto e poderoso e stagliava un'ombra a terra proprio sul secondo marinaio. Luca guardò dritto negli occhi il secondo marinaio che aveva capito che per lui era finita. Questo si inginocchiò, tentando di imitare le mosse della donna che lo aveva preceduto e che sembrava avere avuta salva la vita. Luca afferrò il suo cazzone con la mano destra e lentamente iniziò a lavorarlo, segandosi. Avvicinò nuovamente Ann alla bocca, proseguendo a leccarla e a farla godere. Ora Ann gridava di piacere e questo faceva colare ancora più liquido preseminale dalla cappella del gigante. Il primo marinaio, a quel punto si teneva stretto al prepuzio da cui prima voleva liberarsi. Luca, disse ad Ann: Diamo una lezione al primo di questi piccoli stronzi, cosa ne dici? E così dicendo, fece scivolare con il dito indice della mano destra il primo marinaio attorno a tutto il suo glande, stimolandolo e inumidendolo ancora di più. Una volta che glande e marinaio furono ben umidi, il gigante iniziò lentamente a schiacciare il piccolo omino dentro all'apertura uretrale. La vista di quella scena era eccitantissima, anche per Ann. Un momento di vera vendetta. Luca avvertiva le gambe dell'omino cercare di allargarsi per bloccare la discesa verso l'interno. L'omino gridò: Aiuto! Aiuto John! Mi sta mangiando! Tutto quel dimenarsi eccitava Luca ancora di più. Il marinaio, in quel momento, sentì una nuova colata di liquido bollente risalire dal canale in cui ora era quasi completamente affondato. Aveva solo le braccia e la testa ancora fuori. Il liquido risalì, facendo sollevare l'uomo di qualche metro, ma il dito di Luca lo rispedì subito dentro, questa volta completamente. Ann, era sopraffatta alla vista di quella scena. Il gigante la posò per terra, a qualche decina di metri dal secondo marinaio, che era ancora immobile in ginocchio per chiedere pietà. Luca era ora concentrato a masturbarsi e a godere mentre il primo marinaio si divincolava all'interno del suo membro. Il ritmo della mano del gigante divenne incalzante e si fece più violento. I coglioni enormi del Dio iniziarono a sollevarsi e sbattere a terra facendo un grande rumore. Ann, sdraiata a terra, iniziò a masturbarsi guardando la scena. Il secondo marinaio la guardò incredulo. Ann disse, guardandolo: Siete finiti, vi scoperà tutti, ora tocca a voi essere fottuti. In quel momento la mano di Luca si fermò e, mentre il gigante emetteva un boato di piacere che risuonò per decine di chilometri di distanza, enormi fiotti di sborra calda iniziarono ad eruttare dal suo mega-cazzo . Il primo schizzo gettò in aria il marinaio intrappolato nell'uretra e lo fece atterrare inerme proprio vicino al secondo marinaio. Gli schizzi successivi si abbatterono tutto attorno ad Ann e al secondo marinaio. Immediatamente i fiotti di sperma caduti a terra iniziarono a colare ricoprendo tutto il terreno fra le gambe del marinaio in un piccolo laghetto di sperma nel quale sia Ann che il secondo marinaio erano immersi fino ai polpacci. Ann venne assieme al gigante, lasciandosi coprire dalla sua calda sborra. Luca, sudato e soddisfatto, aveva chiuso un attimo gli occhi per godersi quel momento. A terra, il secondo marinaio, disperato, cercava di divincolarsi dallo sperma per cercare di scappare, sebbene inebriato dall'odore forte di uomo che questo liquido sprigionava.
Luca riaprì gli occhi, ancora con il cazzo in mano. Divertito, osservò per qualche istante il marinaio nudo cercare di liberarsi dallo sperma e scappare, faceva pochi passi alla volta e poi ricadeva. Ancora non aveva capito che il gigante lo stava osservando. Poi, capendo che questo troppo silenzio forse non era un segnale positivo, si girò e vide che Luca lo stava guardando con un sorriso sul volto e le gote ancora arrossate dalla venuta. Il gigante scrollò un po' il cazzo semiduro nella sua mano, facendo colare altro sperma dalla sua asta gonfia e pulsante. Senza dire nulla Luca posiziono il suo uccello in modo che l'ombra dello stesso fosse proprio sopra al marinaio e svogliatamente, lo rilasciò. Il gigantesco uccellone del gigante precipitò pesantemente metro dopo metro, schiacciando l'omino terrificato sotto il suo enorme peso e sollevando un enorme schizzo di sborra calda da terra, che in parte finì per coprire ulteriormente Ann. Luca riprese il suo cazzo in mano, lo risollevò verso l'alto. Ann vide che il corpo del marinaio era rimasto attaccato sotto di esso, appiccicato dallo sperma. Neanche il tempo di metterlo a fuoco, a quella enorme altezza, che il cazzo del gigante fu scaraventato a terra un'altra volta e poi un'altra e un'altra ancora, finché il marinaio non si staccò. Dopo un sospiro soddisfatto, Luca prese con una mano il suo costume da bagno. Lentamente iniziò a sollevarsi da seduto ad una posizione eretta, ancora nudo. Ann, non poteva credere ai suoi occhi, attorno a lei, i due giganteschi piedi avevano preso vita e, affondando nel terreno, stavano ora reggendo il peso di questo titano dalla grandezza indescrivibile. Luca era ora in piedi, nudo, con i suoi speedos in mano. Divertito, osservava dall'alto della sua immensità la piccola Ann correre verso i suoi piedi. Ancora una volta Ann era in ginocchio adorante, quest volta baciava e abbracciava il suo alluce sinistro. Luca sollevo il piede per infilarsi gli speedos, scaraventando Ann di nuovo a a terra. Dopo avere rimesso il costume, gonfio e incredibilmente stretto per un pisello come quello del gigante. Luca tornò a guardare verso terra. Ann era sopraffatta dalla vista di quel piccone gigantesco e sexy, sarebbe stata pronta a scivolarci sopra per farsi scopare dal pene che poco prima aveva visto in azione. Luca intercettò con lo sguardo il corpo dei due marinai, ancora nella sborra, poco distanti da Ann. Sollevò quindi il piede destro e, con svogliatezza, schiacciò in un colpo i due vermi, questa volta cancellandoli definitivamente. Ann era estremamente soddisfatta. Luca si abbassò, prese Ann, se la infilò nell'elastico dello speedos e, dopo essersi dato una sistemata al pacco ancora gonfio, disse E ora è arrivato il momento di dominare quell'isola e le migliaia di insetti che la abitano.
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