Andrea non capiva che cosa fosse successo, stava facendo una nuotata attorno alla barriera corallina quando all'improvviso un'onda lo aveva scaraventato altrove, facendogli perdere conoscenza.
Pensava di essere morto ovviamente, ma la cosa gli pareva improbabile: indossava ancora il suo costume e gli occhialini da nuoto, ma non era più in acqua. O almeno non completamente. La bocca era direttamente a contatto con la sabbia più sottile che avesse mai visto e dalla vita in giù il corpo se ne stava ancora immerso in acqua, mosso leggermente avanti e indietro dalle onde.
"Devo avere perso conoscenza", pensò Andrea, bellissimo ragazzo, alto 188 cm e con il fisico dello sportivo che nonostante tutto non aveva mai visto un attrezzo in palestra.
Non poteva ancora sapere di essere finito su un piccolo isolotto di cui ora era diventato il padrone indiscusso, i cui abitanti non erano, al suo cospetto, nient'altro che piccoli insetti poco più alti di un centimetro. Mancavano ormai pochi istanti prima che la vita di questa piccola civiltà venisse completamente stravolta dal giovane titano.
Inizialmente Andrea non fece nient'altro che alzarsi lentamente in piedi. Le ossa gli facevano ancora male, aveva anche qualche abrasione dovuta allo scontro con gli scogli ma tutto sommato stava bene e non aveva nulla di rotto. Dapprima si sollevo sulle ginocchia, spazzando via con le mani la sabbia per lui finissima che gli cospargeva il petto leggermente peloso e massaggiandosi inconsciamente i bicipiti e i tricipiti per levare la sottile polvere. Come per controllare di essere tutto intero si guardò il petto, le mani e le braccia, gesto che i picocoli abitanti scambiarono per un momento di auto-ammirazione da parte del gigante.
Successivamente Andrea si alzò completamente in piedi, diventando così la cosa più enorme e spaventosa che quella gente avesse mai visto. Le spalle del giovane, larghe per le ore di nuoto trascorse all'aria aperta nei suoi numerosi viaggi, stagliavano una lunga ombra su buona parte dei villaggi ai suoi piedi; gli addominali si susseguivano espandendosi minacciosi ad ogni respiro del gigante, mentre lo slip verde scuro lasciava ben poco all'immaginazione. Andrea andava molto fiero del suo fisico, e soprattutto era fiero del suo uccello, enorme anche da flaccido e corredato da un paio di palle grosse e pesanti.Proprio per questo uno dei suoi primi "controlli" una volta in piedi fu proprio quello di testare che i suoi gioielli fossero ancora in buone condizioni. I piedi, affondati nella sabbia della spiaggia fortunatamente deserta, erano un impressionante 47 e con dita forti e in grado di distruggere i piccoli omini che abitavano l'isola con un minimo spostamento.
La sorpresa e l'orrore degli abitanti fu immensa quando si resero conto che il gigante era vivo, ma una sorta di eccitamento si pervase nella maggior parte degli abitanti proprio per la possenza e mascolinità del loro nuovo dio.
Perchè Andrea a questo punto era semplicemente un dio, sebbene ancora inconsapevole di esserlo, e i piccoli abitanti ne ebbero prova quando il primo passo fu compiuto.Il piede sinistro iniziò a sollevarsi buttando ovunque la sabbia che lo ricopriva per mostrare il più grande muro di pelle e muscoli che si fosse mai visto. Subito gli abitanti, destinati a rimanere schiacciati come formiche, si resero conto del loro destino per l'ombra che il piede gettò su di loro. Un'ombra troppo vasta per poterne fuggire. Poco dopo il tallone si appoggiò con un grande fragore, distruggendo sul colpo una fila di abitazioni, per poi cadere senza tregua su ogni cosa animata o meno che fosse sul suo cammino: case, persone, animali, alberi.... tutto venne ridotto in poltiglia in meno di un secondo con un semplicisismo passo. E il giovane titano ne avrebbe compiuti molti altri su quell'isola sperduta.
Dall'alto Andrea non vedeva che piccole chiazze di strana erba verde intervallata da appezzamenti regolari di terreno scuro. La cosa che lo incuriosì in quei suoi primi passi fu proprio la strana sensazione che provava nel camminare su quella terra. Quel terreno lo stimolava in modo inusuale, come se i materiali fossero diversi e come se ci camminasse su letti di materiali fragili come cereali da colazione. Fu in quel momento che Andrea si fermò schiacciando inevitabilmente tutto e tutti sotto i suoi piedi. Adesso la sensazione era veramente strana, chinò il capo a guardare in basso per rendersi conto che centinaia di insetti stavano scappando attorno ai suoi piedi, alcuni scavalcando le dita dei suoi possenti pieid per poi correre altrove. Istintivamente Andrea sollevò velocemente un piede per terminare gli insetti scappati scaraventandoci sopra tutta la pianta quasi senza pensarci. "Inutili insetti" si affrettò ad aggiungere subito dopo. Incuriosito, si fermo a guardare meglio in basso; qualcosa non andava, insetti di quel tipo non ne aveva mai visti. Andrea si chinò quindi mantenendo i piedi nella stessa posizione ma sollevando i tallioni da terra per mantenere l'equilibrio. I piccoli uomini videro le possenti gambe del gigante esplodere in tutti i suoi muscoli non appena il peso fu spostato completamente su di esse per chinarsi; coloro che erano posizionati dietro al gigante temettero di rimanere schiacchiati dal perfetto sedere avvolto nello slip da mare del gigante mentre quelli posizionati davanti videro il suo enorme uccello spingere assieme alle palle contro il sottile strato di tessuto, come a cercare di liberarsi in tutta la sua possenza.
Fu in quel momento che il gigante si rese conto di essere un dio. Ora poteva capire benissimo che quegli insetti altro non erano che piccolissime persone e che attorno a lui si ergevano piccoli palazzi e case che comunque non raggiungevano le sue ginocchia. Sarebbe stato in grado di eliminare qualsiasi cosa con un solo gesto, con un passo, con uno sputo o con una pisciata.
Da quella posizione Andrea raccolse subito un paio di persone da terra, li fece girare un po' tra le dita esaminandoli attentamente per poi farli cadere nel vuoto annoiato. La prima vittima finì direttamente sulla folla sottostante mentre la seconda si incastrò tra i peli della gambe del gigante, posizione in cui rimase mentre il gigante si risollevava consapevole ora della sua possenza e deciso a mostrare tutta la sua forza ai suoi nuovi piccoli giocattoli.
Nel sollevarsi mantenne lo sguardo fisso verso il basso. Gli abitanti videro il viso del loro nuovo giovane dio allontanarsi lentamente mentre li osservava fino a diventare sempre più piccoli, quasi sparire al cospetto dei suoi piedi e della sua mastodontica figura. Il titano osservò con le mani appoggiate ai fianchi e le gambe leggermente divaricate il caos causato dalla sua presenza attorno ai suoi piedi. Piccole macchine si scontravano tra loro e contro le sue dita, alcune persone erano immobili ad osservare dal basso il gigante; osservando attentamente, Andrea notò che un piccolo gruppetto se ne stava attorno al suo alluce cercando di liberare qualcuno che era rimasto schiacciato per metà sotto di esso, e sorprendendo sé stesso si ritrovò con un sorriso compiaciuto stampato sul volto.
Pochi secondi dopo Andrea si accorse che qualcosa gli stava toccando l'indice della mano destra, ancora posizionata sui fianchi; si trattava del suo cazzo, in erezione per per la scena che si stava svolgendo davanti ai suoi occhi. Tutto quel potere lo eccitava parecchio. Poco gli interessava chi fossero quelle persone o dove potesse essere finito, se fosse vivo o morto. Ora era il padrone assoluto di quegli insetti ed era determinato a trarre il maggior piacere da quella situazione. Il suo membro era sicuramente d'accordo con lui, vista l'insistenza con cui attendeva di mostrarsi a tutta la piccola civiltà, e di sicuro Andrea era vicino a trovare un modo per soddisfare tutta la sua foga sessuale sugli sfortunati abitanti.
FINE 1 PARTE.
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