sabato 24 ottobre 2009

Guest-writer: micromacroitaly

MICRO SHRINK

Capitolo 1

Ero seduto alla fermata dell’autobus prestabilita. Stavo aspettando Andrew.
Andrew era un ragazzo che avevo conosciuto poco tempo prima su una chat room di un sito internet dedicato a un feticcio chiamato macrophilia. Praticamente si trattava di fantasie, legate al rimpicciolimento o all’accrescimento delle dimensioni delle persone.
Io e Andrew avevamo trascorso molto tempo in chat, condividendo le nostre fantasie e vivendo interessanti ed elaborate avventure in Role-Play molto eccitanti e divertenti.
Eravamo perfettamente complementari: a lui piaceva interpretare la parte del gigante e a me quella del piccoletto. Lui non cresceva mai; ero io a rimpicciolire. Sempre.

Quel giorno, Andrew, mi convinse ad incontrarlo di persona. Mi scrisse che aveva comprato un oggetto in un negozio di oggetti magici e misteriosi, che sarebbe stato in grado di realizzare concretamente i nostri sogni.
Naturalmente io trovai questa idea a dir poco folle e bizzarra, ma assecondai il mio amico e acconsentii ad incontrarlo.
Sfortunatamente, io non avevo mai visto Andrew, nemmeno in video chat e o in fotografia, e questo mi provocava un leggero stato di ansia.
Mi disse soltanto che non sarei rimasto deluso e questo mi incuriosì parecchio. Ma arrivati dove eravamo, il suo aspetto non era la cosa che mi interessava di più: a me Andrew piaceva per le fantasie che condivideva con me e per le sensazioni che mi faceva provare.
Mi disse che era alto 195 cm e che si sarebbe presentato con una t-shirt rossa e dei shorts in jeans. Passarono 10 minuti e finalmente lo vidi arrivare.

La mia bocca si spalancò con evidente stupore. Ero scioccato!
Era semplicemente meraviglioso!
Impossibile che fosse vero!
Si avvicinò a me e io mi alzai in piedi, e la prima cosa che notai, fu l’effettiva differenza di grandezza dei nostri corpi. 37 centimetri in meno erano già di per sé una cosa meravigliosa.
“Ciao Matthew, finalmente ci incontriamo. Piacere, io sono Andrew” e dicendo questo mi porse la sua grossa mano.
Gliela strinsi e non potei fare a meno di notare la grandezza e di quanto fosse bella, larga e muscolosa quella mano.
“Sono così eccitato del nostro incontro. Non vedevo l’ora di incontrarti e devo dire che sei esattamente come mi aspettavo: piccolo anche nella vita reale. Quanto sei alto?” mi chiese.
“Oh, Beh, io sono alto 158 centimetri ”.
“Forte. Troppo forte! Beh come ti ho detto ho comprato questo oggetto e non vedo l’ora di vedere se funziona realmente.”
A quanto pare ci credeva sul serio.
“Cosa dici? Andiamo nel mio appartamento? Si trova proprio dietro l’angolo.”
Ci incamminammo con passo svelto.

Mentre ci dirigevamo verso casa sua, io ispezionai con la lente di ingrandimento il corpo mastodontico del mio amico. La schiena e le spalle erano molto larghe e spesse. Sembravano ancora più larghe di quanto non lo fossero in realtà in quanto la sua vita, al contrario, era minuscola. La forma a V del suo torace era perfettamente evidente. Le braccia erano molto muscolose con i bicipiti sebbene non in tensione, mostrassero il loro gonfiore e la loro rotondità. Le gambe e i polpacci erano la fotocopia dei bicipiti e ad ogni passo che faceva si flettevano in maniera stupefacente. Rimasi colpito dalla dimensione dei polpacci: spessi almeno quanto le mie cosce… se non addirittura di più!
“Lo so che mi stai squadrando. Tutti i ragazzi lo fanno. So di avere un bel corpo. Ma le attenzioni di quei ragazzi non mi interessano. Solo una cosa mi interessa e mi eccita: la macrophilia. Nient’altro. Ho provato tante cosa, ma onestamente aspettavo questo momento da una vita. E tu sei un partner perfetto, perché sei piccolo e minuto anche così come sei adesso. Mi fai sentire enorme già in questo momento.” Mi disse mentre camminavamo e guardandomi dall’alto al basso con una espressione compiaciuta stampata sul suo bel volto da fotomodello.

Arrivammo finalmente a casa sua ed entrammo nel soggiorno.
Lui corse in camera da letto. Se ne uscì dopo pochi istanti nudo, indossando un paio di slip bianchi Calvin Klain. Mentre si avvicinava, potei finalmente notare le forme perfette del suo fisico. Muscoloso e definito. Mi mostrò quello che sembrava essere una pistola giocattolo fantascientifica. Un oggetto che si vede solo nei telefilm di Star Trek: sembrava un rasoio elettrico. Io non riuscivo a capire, se stesse scherzando o se veramente credesse in quello che stava facendo.
“Ecco, vedi? Questa pistola può far si che i nostri sogni finalmente si avverino. Inserendo il coefficiente di riduzione o di ingrandimento si può ridurre o ingrandire qualsiasi cosa!” affermò più convinto che mai.
“Inoltre ho comprato degli auricolari, collegati tramite microfoni a corto raggio, in modo da poter rimanere in contatto audio, anche quando sarai rimpicciolito troppo per poterti farti sentire”.
Io lo guardavo sbalordito. “Ma allora credi veramente che questo …coso… possa veramente funzionare?”.
“Certo che funziona! Vedrai!” porgendomi l’auricolare.

“Allora? Sei pronto?” mi chiese Andrew sistemandosi l’auricolare nell’orecchio.
“Si, quasi… solo un attimo…” risposi infilandomi il mio.
Decidemmo di provare qualcosa di nettamente estremo: la riduzione sarebbe stata di un coefficiente pari a 100. In parole semplici il mio corpo sarebbe stato ridotto di 100 volte, quindi da 158 cm sarebbe passato a 1,58 centimetri !
Eravamo dei pazzi?... Ero un pazzo?... Guardai Andrew con indosso solo gli slip bianchi di Calvin Klain... No! Non ero pazzo, ne valeva decisamente la pena!
“Pronto. Uno. Due. Prova. Mi senti?”
“Ti sento forte e chiaro. Tu? Mi senti?”
“Perfettamente” disse Andrew, togliendo la mano dall’orecchio. “Questi aggeggi sono fantastici! Dunque, tutto è pronto! Preferisci rimanere vestito o spogliarti?”
“No, dai, per questa volta preferisco rimanere vestito… a spogliarmi faccio sempre in tempo” dissi sedendomi sul bordo della scrivania.
Guardai Andrew prendere la pistola elettronica dalla cassaforte e dirigersi al centro della stanza.
“Un attimo solo, che inserisco i coefficienti di rimpicciolimento… ed ecco fatto. Io sono pronto!” alzò lo sguardo sorridendomi.
Gli sorrisi di rimando. Feci un bel sospiro. Deglutii. Chiusi gli occhi per un paio di secondi, chiedendo a me stesso per l'ennesima volta se fossi consapevole di quanto stessi facendo. Riaprii gli occhi e vidi Andrew in piedi, davanti a me, in tutto il suo mastodontico splendore.
“Si, Sono pronto.” Dissi con profonda convinzione.
“Bene, allora si parte!” esclamò Andrew puntandomi la pistola contro e premendo il grilletto.
Una insolita luce bianca mi abbagliò per un brevissimo istante prima di scomparire.
Tutto rimase immobile per un attimo, poi ebbi un capogiro e una sensazione di straniamento mi pervase. Dopo di chè, il rimpicciolimento iniziò. Tutto cominciava a diventare più grande…
Più grande…
Più grande…

Ad un certo punto, ero diventato talmente piccolo che potei mettermi in piedi sulla scrivania, in quanto presumo fossi diventato alto una decina di centimetri. Mi avvicinai al contenitore, porta oggetti e notai che le matite stavano diventando più alte di me. Andai di fianco al righello e mi ci misi di fronte, notando che la soglia dei cinque centimetri era all’altezza della mia anca, ma cresceva rapidamente.
Arrivò al petto…
Alle spalle…
Mi passò davanti agli occhi…
“Bene, sono quasi arrivato…” sospirai ad alta voce.
“Mmm, non proprio…” sentii affermare nell’auricolare Andrew “…non so come dirtelo, ma non ti ho ridotto di 100 volte… Bensì di un valore leggermente più alto…”
“Cosa?!?!” esclamai preoccupato notando che la soglia dei due centimetri era oramai molto più in alto della mia testa e si allontanava rapidamente.
“Di quanto Andrew? Dimmi di quanto!” gli chiesi sconvolto, vedendo passare davanti ai miei occhi la soglia dei due centimetri…
“Beh… è una sorpresa… vedrai tu stesso…” disse in tono divertito Andrew.
“Non c’è niente da ridere Andrew. Non è divertente”
“Stai calmo Mat. Non ti agitare.” Disse Andrew questa volta in tono serio, per poi aggiungere più leggermente “…e vedrai che ti divertirai, come mi stò divertendo io…”
La mia attenzione era rivolta solamente al righello che avevo di fronte. Guardavo le tacche sulla sua superficie, andare verso l’alto, una dopo l’altra.
Due centimetri…. 1,5… 1 centimetro… 0,9… 0,8…
“Oh mio Dio…” sospirai “sono sotto il centimetro…”
“Lo so, lo so…” in tono soddisfatto disse Andrew.
0,5… 0,4… 0,3… 0,2…
Il rimpicciolimento all’improvviso rallentò, fino a fermarsi completamente.
Guardando le tacche sul righello, la mia altezza era a metà strada tra il millimetro e i due millimetri.
“Ecco fatto! Vedi che non è successo niente! Il coefficiente che ho immesso nella pistola era pari a mille volte le tue dimensioni abituali. Per cui dovresti aver raggiunto l’altezza di 1,58 millimetri . Non è fantastico?!” chiese Andrew tutto entusiasta.
Ero scioccato e allo stesso tempo meravigliato del mondo in cui ero immerso: davanti a me stava il righello rosso alto come un grattacielo di trecento metri e di fianco, lo schermo del computer delle dimensioni di una piccola collina di quattrocento metri. Ma niente mi sconvolse di più, di quando mi voltai in direzione opposta e lo vidi...

Andrew era ancora in piedi nel mezzo della camera. Spense la pistola elettronica e la gettò sul letto.
Colossale. Immensamente gigante. Non mi sarei mai aspettato di vedere una cosa simile.
Si avvicinò alla scrivania e si inchinò, avvicinando il suo volto alla superficie per guardarmi meglio.
"Troppo forte" disse con un sorriso beffardo sulle labbra.
"E' incredibile vederti vicino a questo righello che uso per misurare me stesso... Per me è ovviamente troppo piccolo... ma per te è decisamente troppo grande... Prova a controllare: quanto sei alto?"
Mi appoggiai alla superficie del righello e con la mano sopra la testa, ne indicai il punto esatto sul righello. La mia mano si trovava esattamente a metà strada tra la tacca del millimetro e quello dei due millimetri.
"Circa un millimetro e mezzo..." dissi attonito.
Andrew rise di gusto... mi coprii le orecchie perchè mi sembrò un tuono insostenibile al mio udito.
"Perfetto! E' ancora meglio di quanto mi aspettassi. Sei così piccolo e patetico. Dovresti pesare praticamente niente adesso. Devo vederti vicino al mio cazzo. Mi chiedo se riuscirei a sentire il tuo peso sopra di esso. Probabilmente no!"
Rimasi scioccato di quanto successe dopo. Ero pietrificato.
Andrew con una espressione meschina, si alzò in piedi e si abbassò gli slip. Il suo super cazzone ballonzolò fuori come una molla troppo compressa. Se lo afferrò, fece un passo verso il tavolo. Da parte mia feci un passo indietro, ma sbattei la schiena contro il righello dietro di me.
Andrew posò il suo uccello sul tavolo. Un tonfo sordo percosse l'aria che si impresse immediatamente del suo odore intossicante. Se mi sentivo piccolo prima, in quell'istante mi sentii assolutamente minuscolo ed insignificante. E' difficile descrivere la scena: in poche parole, un cazzo ancora flaccido di ben 150 metri di lunghezza e cinquanta di altezza mi stava di fronte, coricato sulla superficie del tavolo, come una enorme sequoia appena abbattuta.
Poi sentii la sua voce tuonare sopra di me. Molto sopra di me: “Mi chiedo adesso come un essere così piccolo, possa essere lontanamente utile a soddisfare le mie voglie…”

3 commenti:

Anonimo ha detto...

E poi? Cosa succede dopo??? Questo racconto mi ha entusiasmato a tal punto che non sto più nella pelle di conoscere il seguito! Il tutto è curato in ogni minimo dettaglio, tutto viene descritto alla perfezione...incredibile come io, da lettore, sia riuscito a proiettarmi all'interno della storia!

Davvero complimenti! Spero di leggere ben presto i capitoli successivi, e ovviamente anche tantissime altre storie! :D

PIETRO ha detto...

VERAMENTE MOLTO BELLO QUESTO RACCONTO.
SE C'E' QUALCHE GIGANTE CHE VUOLE PARLARE CON ME IL MIO INDIRIZZO E' SCAIA78@YAHOO.IT.
ADORO LA MACROPHILIA.
:-)

Anonimo ha detto...

perchè non continua questa storia, è bellissima!!